Per la presa in carico socio-sanitaria delle donne che vivono una particolare situazione di vulnerabilità, la Regione Toscana ha approvato la seconda fase del progetto Persefone dell’Asl centro, stanziando 81 mila euro per i tre anni di durata degli interventi, che saranno messi in campo dal Servizio sanitario regionale in collaborazione con le associazioni del Terzo Settore.
E’ quanto è stato deliberato nell’ultima seduta di Giunta su proposta dell’assessore al diritto alla salute, Stefania Saccardi.
Il progetto, finalizzato all’individuazione e presa in carico di donne migranti vulnerabili, vittime di grave violenza, tratta, tortura e trattamenti inumani e degradanti, rappresenta la seconda fase di un intervento sperimentale avviato nel 2019 dall’unità funzionale complessa delle attività consultoriali della Asl centro insieme alle reti sanitaria territoriale e dell’associazionismo di settore. La sinergia, che è venuta a crearsi fra i partner del progetto, ha permesso il raggiungimento di risultati tali da prevedere ulteriori sviluppi per il perfezionamento di questo percorso di assistenza e presa in carico.
“La nostra attenzione sulla fragilità e sulla vulnerabilità delle persone migranti in arrivo o che vivono nei nostri territori, continua a rimanere alta – spiega Saccardi –. Nei suoi primi 15 mesi di attività il progetto è diventato un prezioso punto di riferimento sia per il Terzo Settore, che gestisce le accoglienze e i servizi di bassa soglia, sia per le istituzioni come la Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale. Da qui la decisione di dare continuità ai servizi offerti da Persefone”.
Nel periodo iniziale è stato organizzato un percorso di formazione sulle tematiche legate alla salute e alla cura delle donne migranti destinatarie del progetto Persefone. Il percorso articolato su 3 giornate per un totale di 18 ore, è stato curato dall’Associazione progetto Arcobaleno e rivolto a operatori sanitari e della rete del privato sociale. La presenza media al percorso formativo è stata di 40 partecipanti. Il progetto ha rappresentato, dunque, non solo un’oppurtinità di formazione, aggiornamento professionale e potenziamento delle competenze, ma anche l’occasione per creare la rete all’interno della quale il progetto ha preso avvio e si è sviluppato nei mesi successivi.
Il Consultorio Persefone è stato avviato il 18 gennaio 2019 nel territorio di competenza della Asl centro, e grazie all’unità funzionale consultoriale è aperto un giorno alla settimana, avvalendosi di un’équipe multidisciplinare, composta da operatori dell’azienda sanitaria (due ostetriche) e da personale del privato sociale: un’operatrice esperta in materia di tratta e mediatrici linguistico culturali (cooperativa sociale Cat), una psicologa (di Medici per i diritti umani onlus). La metodologia di lavoro messa in campo mira a integrare e a valorizzare i diversi approcci professionali e le differenti competenze, nell’ottica di un’efficace gestione delle dinamiche culturali e interculturali, che coinvolgono principalmente persone rese vulnerabili dalla loro precarietà di vita o dall’appartenere a gruppi particolari, religiosi o etnici, o dallo stesso evento migratorio.
Durante il primo periodo di attività del progetto Persefone sono state prese in carico 36 donne ed erogati 174 interventi (colloqui al consultorio e di presa in carico di natura psicologica e anti tratta, relazioni medico legali-psicologiche-anti tratta, invii a servizi). La seconda fase del progetto, della durata triennale, prevede la presa in carico di almeno 50 donne, nell’arco di un anno, e 200 interventi.